Assertività vs Aggressività nei rapporti con i colleghi: la sottile linea che fa la differenza sul lavoro
- martinaceranto
- 5 giu
- Tempo di lettura: 5 min

In contesti lavorativi sempre più interconnessi, rapidi e complessi, il modo in cui comunichiamo può fare la differenza tra una collaborazione produttiva e una tensione cronica. Una delle competenze più sottovalutate – ma determinanti – in questo scenario, è la capacità di essere assertivi.
Ti è mai capitato di voler esprimere un’opinione importante durante una riunione, ma di trattenerti per paura di sembrare troppo insistente? O, al contrario, di esprimerti con troppa energia e poi accorgerti che l’ambiente si è raffreddato improvvisamente?
Questi episodi raccontano un equilibrio difficile da mantenere: quello tra assertività e aggressività. Due approcci profondamente diversi, ma spesso confusi. Comprenderne la differenza e imparare a muoversi con consapevolezza tra questi poli è fondamentale per costruire relazioni professionali sane e risultati duraturi.
Cos’è davvero l’assertività (e cosa non è)
L’assertività è la capacità di esprimere opinioni, bisogni e limiti in modo chiaro, diretto e rispettoso. È la competenza di affermare sé stessi senza aggredire, ascoltare senza cedere, dire “no” senza colpevolizzarsi, chiedere senza esigere.
È una forma di comunicazione che integra:
autenticità e rispetto,
autorevolezza e apertura,
chiarezza e ascolto attivo.
Non è accondiscendenza, non è gentilezza passiva. E soprattutto, non è una forma attenuata di aggressività.
L’aggressività, al contrario, è un comportamento che mira a imporsi, spesso a scapito degli altri. Si manifesta attraverso il tono, il linguaggio e l’atteggiamento che utilizziamo per relazionarci agli altri, anche quando non è esplicita. È uno stile comunicativo basato sulla convinzione che “vincere” sia più importante che “comprendere”.
Assertività e aggressività a confronto
Aspetto | Assertività | Aggressività |
Intenzione | Esprimere se stessi nel rispetto dell’altro | Ottenere ciò che si vuole a ogni costo |
Comunicazione | Chiara, centrata sul “io”, orientata alla relazione | Impositiva, centrata sul “tu”, orientata al controllo |
Tono di voce | Calmo, fermo | Forzato, sarcastico o elevato |
Effetto sugli altri | Costruisce fiducia e collaborazione | Genera difesa, tensione o sottomissione |
Relazioni | Basate su rispetto reciproco | Basate su potere e paura |
L’assertività non è una “terza via” tra passività e aggressività, ma un modello autonomo di presenza relazionale, fondato su consapevolezza e intenzionalità.
E allora, perché a volte rischiamo di confonderle?
Le cause sono molteplici:
Modelli culturali: spesso l’autorevolezza è stata rappresentata con tratti autoritari, alimentando l’idea che “farsi valere” significhi alzare la voce o imporsi.
Paure personali: temiamo di essere ignorati, fraintesi, messi da parte. Questo può portarci a esagerare nel modo in cui ci affermiamo.
Carenza di formazione emotiva: a scuola e sul lavoro ci insegnano cosa dire, ma raramente come dirlo. L’intelligenza emotiva e relazionale è una risorsa preziosa, da sviluppare e integrare nel nostro modo di lavorare e comunicare, per riuscire a creare e mantenere relazioni positive in ogni contesto della nostra vita…anche in quello professionale!

Se lasciamo che nel nostro contesto professionale prevalga l’aggressività:
i conflitti si moltiplicano
la motivazione si riduce
la fiducia si deteriora
Al contrario, un clima assertivo favorisce:
una comunicazione fluida e trasparente
il confronto costruttivo anche in situazioni difficili
un senso diffuso di sicurezza psicologica, premessa indispensabile per la collaborazione e l’apprendimento.
In questo senso, l’assertività non è solo una competenza individuale, ma un fattore strategico (e necessario) di benessere organizzativo.
Come si allena l’assertività
Sviluppare assertività è un percorso che richiede pratica consapevole. Ecco le 3 leve principali su cui puoi già iniziare a lavorare:
1. Consapevolezza emotiva
L’essere assertivi parte da un dialogo interiore chiaro, che produce consapevolezza rispetto alle proprie emozioni: “Cosa sto provando? Qual è il mio bisogno in questo momento?”. Prendere coscienza delle proprie emozioni e intenzioni è il primo passo per riuscire ad esprimerle in modo efficace.
Esercizio utile: Tieni un diario delle conversazioni difficili, annotando cosa hai detto, cosa avresti voluto dire, e come ti sei sentito. Con il tempo, riconoscerai pattern e potrai agire in modo più intenzionale.
2. Linguaggio centrato su di sé
Evita accuse e generalizzazioni. Quando parli, cerca di usare la prima persona. Ad esempio, non dire “Tu sei sempre disorganizzato”, ma preferisci “Quando non arrivano i materiali in tempo, io faccio fatica a portare avanti il mio lavoro in modo efficace.”
È una forma di comunicazione che richiede più fatica?...Sì! Ma ti aiuta a preservare una buona relazione con l’altra persona che, non sentendosi accusata, sarà più disposta a comprendere e mettere in atto il cambiamento che le stai chiedendo.
3. Gestione dei “no” e dei limiti
Dire “no” con assertività significa affermare il proprio confine senza attaccare né compiacere.
Ad esempio: “Grazie per avermi coinvolto in questa attività. In questo momento sto gestendo altre urgenze e non ho il tempo necessario per darti il contributo che mi chiedi. Possiamo riparlarne in un altro momento o, se la cosa è urgente, possiamo rivedere insieme le altre priorità?”
Assertività nella leadership
Per chi guida persone o progetti, l’assertività è la base di una leadership efficace: autorevole, empatica, capace di ascoltare e orientare.
Il leader assertivo:
definisce obiettivi chiari, senza pressioni inutili;
offre feedback frequenti e onesti, non svilenti o punitivi;
accoglie il confronto, anche quando scomodo;
favorisce l’autonomia, non il controllo.
In un’organizzazione assertiva, le persone si sentono viste, ascoltate e responsabilizzate. E questo, nel lungo termine, fa la differenza.
Il tuo prossimo passo: portare assertività nel quotidiano
Prova a scegliere una sola situazione concreta – una conversazione difficile da affrontare, un limite da porre, un confronto rimandato – e riscrivila in chiave assertiva.
Chiediti:
Come posso esprimere la mia posizione in modo chiaro ma rispettoso?
Quali emozioni provo e cosa vorrei davvero comunicare?
Quali parole, tono, tempi potrei scegliere per costruire connessione invece che scontro?
Anche un piccolo passo in questa direzione può produrre un grande cambiamento. Perché l’assertività, come ogni abilità relazionale, si sviluppa attraverso la pratica consapevole e la volontà di migliorare.
In conclusione
L’assertività è molto più che una tecnica comunicativa. È una scelta intenzionale, un approccio per portare chiarezza, rispetto e autenticità nel nostro lavoro quotidiano.
In un mondo professionale in cui spesso ci viene chiesto di scegliere tra empatia ed efficacia, tra relazione e risultato, l’assertività ci ricorda che non solo è possibile integrare queste dimensioni, ma che è l’unica strada per far crescere persone e team in modo sostenibile.
Se ti interessa approfondire queste tematiche per migliorare la tua quotidianità professionale o rinforzare il tuo team di lavoro, contattami direttamente per una prima consulenza gratuita. Insieme possiamo definire il percorso più adatto ai tuoi obiettivi.

Ciao, sono Martina Ceranto, psicologa e coach professionista, specializzata in orientamento e
sviluppo professionale. Attraverso un approccio che integra psicologia, coaching e consulenza strategica, accompagno persone e team a sbloccare il proprio potenziale e costruire percorsi professionali allineati con i propri valori autentici.
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